Il saggio prosegue la ricostruzionei dettagliata delle vicende dell'Unione cattolica agricola del Veneto, società in accomandita, fino al suo apogeo (poteva contare su volumi di affari superiori anche rispetto ai maggiori consorzi agrari coevi) e alla successiva crisi imputabile a ragioni organizzative, gestionali, all'inadeguata base patrimoniale e all'insufficiente credito ottenuto, alle tensioni insorte tra soci accomandanti e accomandatari, nonché al venir meno del supporto prestatole dai vertici del movimento cattolico organizzato.