L'articolo esamina le serie di decorazioni araldiche presenti nelle sedi di governo dello Stato pontificio tra XVII e XIX secolo, esaminandone cronologia, distribuzione geografica, caratteristiche formali, committenti e collocazioni fisiche, per capire se la loro diffusione sia stata frutto di un programma prestabilito o di fenomeni di imitazione. Si cerca dunque di comprendere il legame tra rappresentanti periferici del Papa come principe, notabili e intellettuali locali, artisti e artigiani, per capire come le decorazioni parietali dei Palazzi pubblici dovessero servire a esaltare il regime pontificio o la gloria dei singoli centri cittadini (più di rado la coscienza di gruppo degli ufficiali papali), al fine di integrare in un ceto dirigente comune le élite provinciali e i funzionari inviati da Roma rendendoli consapevoli dell'appartenenza alla stessa cultura e allo stesso gruppo sociale, così da consolidare il consenso alla monarchia papale tramite l'allacciamento di relazioni personali, familiari e clientelari e l'uso di linguaggi simbolici comuni.