Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione, con la sentenza n. 24823 del 2015, hanno da ultimo negato la sussistenza di un generalizzato diritto al contraddittorio endoprocedimentale nella fa- se successiva alla chiusura dell’indagine fiscale, che la stessa Suprema Corte aveva in precedenti occasioni affermato, riconoscendolo soltanto in presenza di tributi europei «armonizzati» (co- me l’IVA). Si tratta di una soluzione insoddisfacente, che non ha saputo trarre dalle singole di- sposizioni sul contraddittorio indicazioni circa la plausibilità di un principio più generale, e che rischia di produrre esiti paradossali, in presenza di rilievi operanti sia ai fini delle imposte dirette che di quelle indirette di derivazione comunitaria.