Villa Emo a Fanzolo e', tra le ville progettate da Andrea Palladio, quella che con piu' efficacia e immediatezza realizza in immagine l'unita' della presenza del nobile in campagna con l'esercizio pratico dell'agricoltura e una di quelle in cui, ancora oggi, maggiormente si percepisce il profondo radicamento nel territorio. La sua storia tuttavia non e' altrettanto semplice e immediata ed e' anzi per certi versi ancora irrisolta, per via di una documentazione abbastanza consistente, ma ambigua o malamente interpretata. Se e' ormai definitivamente chiarito l'equivoco sul committente, da alcuni confuso con il nonno di Leonardo Emo di Alvise, con tutte le conseguenze del caso, ancora sfocata, ancorche' ormai ragionevolmente circoscritta, rimane la questione della datazione del progetto e della sua esecuzione, che la storiografia ha fatto oscillare tra la fine degli anni trenta e gli anni sessanta. Il saggio, ripercorrendo la fortuna critica della villa, analizza in dettaglio la documentazione finora emersa, facendo il punto sullo stato attuale delle ricerche, e delinea il percorso progettuale e le fasi di realizzazione
