Il saggio prende i n esame i luoghi in cui si verificavano i reati nella Trieste del tardo Medioevo, caratterizzata da una società violenta nei gesti e nelle parole. I misfatti sono attestati in quasi tutti i quartieri della città e nelle ville del distretto con un aumento dei casi nel quartiere del Mercato, sede delle attività artigianali. Tra gli imputati, rei confessi o alla vana ricerca di un’assoluzione, si trovano persone di diversa provenienza, forestieri e cittadini, fabbri e ribaldi, sarti e giocatori d’azzardo, uomini, donne e bambini, che si erano macchiati di reati legati a una criminalità spesso occasionale e quotidiana.