I progetti delle case unifamiliari che Dardi realizza, con i rimandi alle figure ingombranti ma ispiratrici di Samonà e Scarpa, sono spesso ritenuti una sorta di capitolo a parte rispetto al resto della sua produzione architettonica, a volte considerati un passaggio inevitabile tra la fase della formazione universitaria e quella dei progetti più maturi, dove la purezza dei solidi geometrici e il rigore compositivo emergono con maggiore evidenza.
In una qualche misura si percepisce l’attribuzione di un minor interesse per dei progetti che, a una prima lettura, possono risultare meno programmatici nella definizione dei principi teorici che sottendono alla loro composizione architettonica.
L’interpretazione che invece si vuol qui proporre parte dall’assunto che i progetti legati alla sfera dell’abitare più intimo, pur apparendo meno definiti nell’utilizzo degli elementi teorico-compositivi, possono essere considerati al pari di un nucleo primigenio contenente al proprio interno elementi ancora indistinti e identificabili con maggior chiarezza nelle opere successive grazie alla progressiva consapevolezza sia teorica che progettuale dell’autore.