Opzioni
Sharenting e tutela dei minori, riflessioni informatico-giuridiche tra diritto alla privacy e diritto all’immagine
Maceratini, Arianna
2024
Abstract
La condivisione nel Web di dati digitali ha inizio sin dalla più tenera infanzia, talvolta, ancor prima della nascita, quando i genitori decidono di pubblicare nei social la prima ecografia del nascituro per annunciare la gravidanza. La datizzazione dei più piccoli si ripete, poi, in diffuse pratiche che vanno dall’uso di dispositivi indossabili per il monitoraggio dei parametri vitali dei neonati allo sharenting, termine quest’ultimo, che indica l’abitudine genitoriale di condividere compulsivamente nei social le foto dei figli, esponendoli ad una costante esibizione e alla vetrinizzazione della vita privata. Da tale fenomeno derivano, poi, quello delle microcelebrità genitoriali, con un notevole consenso e una significativa capacità d’influenza, e dei baby influencer dotati di un autonomo profilo social, frequentemente seguito da un gran numero di followers. Evidenti sono, tuttavia, i rischi connessi a tale situazione, capaci di porre a rischio non solo la privacy dei minori, ma gli stessi interessati, incognite amplificate dalle modalità, potenzialmente illimitate e incontrollate, di diffusione informativa e dalla capacità di memorizzazione, pressoché perenne, tipica del Web. A queste si aggiungono ulteriori criticità concernenti l’impronta digitale determinata dallo sharenting, capace di contribuire a delineare la futura immagine pubblica dei minori, spesso in maniera scorretta, intaccandone la futura reputazione digitale ed alimentando i timori di episodi di cyberbullismo e di incorrere in problemi all’ingresso nel mondo del lavoro. Se la giurisprudenza italiana, in materia di sharenting, delinea un orientamento piuttosto omogeneo - centrato nel superiore interesse del minore, nella tutela della privacy e dell’immagine personale - sul piano normativo non esiste ancora, nel nostro Paese, una specifica legge riguardante la condivisione online di materiali digitali dei figli minorenni, facendosi rimando alle regole generali in materia di privacy, di tutela dell’immagine e ai doveri genitoriali di cura, protezione ed educazione della prole. Al di là dell’impiego di appositi accorgimenti informatici e dell’emanazione di norme ad hoc, di contrasto delle precipue disfunzionalità dello sharenting, emerge l’esigenza di un costante impegno di educatori e genitori, soggetti in prima linea nella tutela dei diritti dei minori in rapporto ai media digitali con il trasmettere alle nuove generazioni modalità sicure di abitare il virtuale, garantendone un utilizzo il più possibile scevro da pericoli.