Parte della dottrina pensa che i giuristi di epoca tardo-classica si siano rivolti ad un lavoro di generalizzazione o “massimazione” delle decisioni imperiali, con lo scopo di farne una normazione di tipo legislativo, o comunque autoritativa; e che tale loro lavoro fosse diretto a trasformare una decisione, presa in caso di singola controversia, in un principio generale.
Di contro noi crediamo, sulla base dell’esame delle fonti, che i giuristi citassero ed inserissero i provvedimenti del principe all’interno delle loro decisioni, trattandole spesso alla stregua di exempla, e con le stesse modalità con cui si servivano dei responsi di altri giuristi; inoltre sottolineiamo quell’importante fenomeno di dialettica che, secondo noi, caratterizzò i rapporti tra giurisprudenza e legislazione imperiale.