Si intende indagare come le riflessioni sui temi della territorialità, del controllo e della privacy, condotte sia dall’architettura che dalla geografia umana, possano mettere in evidenza il carattere segregante degli spazi e degli interni di quelle che Fassin definisce come architetture dell’inospitalità.
Nonostante molte delle istituzioni a cui si riferisce l’antropologo siano dei servizi alla comunità, come le case protette ed i centri di accoglienza migranti, i loro spazi assumono spesso un carattere inospitale nei confronti di chi invece, paradossalmente, è definito ospite della struttura, mai abitante.
Indagare la natura dell’architettura segregante e degli interni inospitali può fornire strumenti di lettura applicabili in modo più ampio agli spazi dell’abitare.