L’Europa, con la sua ricca cultura, ha influenzato il mondo, dando vita a culture derivate o contrapposte. Oggi, promuove democrazia e diversità. Il Trattato di Lisbona definisce il ruolo dell’Unione europea nella cultura come un supporto alle politiche nazionali. Tuttavia, questa non ha una propria iniziativa culturale e spende solo una piccola parte del bilancio totale sull’arte e la cultura. Nonostante le limitazioni politiche e finanziarie, l’UE ha sviluppato una politica culturale informale, influenzando la società europea e creando un senso di identità culturale europea. Nel 1992, con il Trattato di Maastricht, l’UE ha ottenuto competenze più estese nella cultura. Nel 2007, con l’Agenda europea per la cultura, l’UE ha rivendicato un ruolo di influenza culturale, promuovendo la diversità culturale, la creatività e le relazioni internazionali. Nonostante le sfide, la cultura rimane un’opportunità sia internamente che esternamente, per l’UE. Dopo sette anni dall’adozione della Comunicazione sulla strategia culturale dell’UE (2016), i progressi sono stati scarsi, sollevando preoccupazioni sul futuro. Manca una vera strategia e una struttura operativa nel SEAE per la diplomazia culturale. Mancano fondi e coordinamento tra le direzioni generali della Commissione. Il Comitato economico e sociale ha evidenziato queste carenze e ha sottolineato la necessità di una struttura dedicata nel SEAE e una figura di “inviato speciale UE per le relazioni culturali”. Tuttavia, finora non sono stati intrapresi passi significativi per migliorare la situazione. Nonostante alcune attenzioni, la cultura resta marginale nelle politiche dell’UE. Questa mancanza di focus culturale compromette la credibilità internazionale e l’identità europea. La cultura è un’industria, motore di crescita, e un mezzo di aggregazione e innovazione. L’UE dovrebbe abbracciare una strategia culturale per recuperare fiducia internazionale e rafforzare l’identità europea.