Il Furioso di Ludovico Ariosto, primo best seller della letteratura italiana, fu stampato a Ferrara in tre edizioni a cura dello stesso autore (1516, 1521, 1532). Per proteggere la propria opera e assicurarsi i potenziali profitti, ma anche per preservare l’integrità del testo, Ariosto si avvalse dell’istituto del privilegio. Si rivolse quindi a diversi organi governativi affinché gli fossero concessi privilegi che gli consentissero di impedire la produzione e la circolazione di edizioni non autorizzate del suo poema. Infatti, alcuni tipografi, attratti dalla possibilità di fare facili guadagni, stamparono il Furioso senza il consenso dell’autore prestando poca cura alla correttezza del testo.
I privilegi faticosamente ottenuti da Ariosto, decaddero però alla sua morte e non essendo, per legge, trasmissibili agli eredi, questi ultimi dovettero adoperarsi per riottenerli. I loro sforzi furono tuttavia inutili. Le tipografie, soprattutto veneziane, comprendendo il valore commerciale del Furioso continuarono a ristamparlo decretandone la sua inarrestabile ascesa.