«Il problema di Venezia non può esser considerato [...] se non come un problema unico di un’area complessa, la cui amministrazione non può non avere, nello snodo delle varie competenze propulsive, una considerazione ed una risposta globale» (Feliciano Benvenuti). Ancora oggi, tuttavia, a distanza di decenni, un’indagine sullo stato e, in particolare, sul regime giuridico della laguna di Venezia è particolarmente complessa e di difficile riconduzione ad unità. La ragione di tale complessità, a mio avviso, può individuarsi in una serie di fattori che si riferiscono all’aspetto morfologico, al mutamento dello stato dei luoghi per opera dell’uomo anche a seguito di provvedimenti amministrativi, agli ordinamenti che nei secoli l’hanno disciplinata, alla normativa attuale (generale e speciale, statale e regionale), al difficile incasellamento della stessa nella ripartizione classica dei beni e alla coesistenza di vari poteri di molteplici organi amministrativi e giurisdizionali. Tali fattori pongono altrettante questioni sintetizzabili in quattro punti qui riportati e precisamente: la tensione tra il carattere unitario del sistema lagunare e la possibilità, o meno, di enucleare singoli beni in essa ricadenti, al fine di farne risultare caratteristiche differenti; la tensione tra il regime di tutela demaniale e lagunare; il rapporto tra il regime di proprietà e il regime amministrativo; i mutamenti dello stato dei luoghi e la loro incidenza sul regime giuridico.