In questo articolo, cercheremo di ricostruire lo sfondo filosofico (ovvero estetico, storico-filosofico e critico-letterario) entro il quale Magris colloca Il mito absburgico e la sua ricerca complessiva, mettendo in luce alcuni concetti che diventano fondamentali sia all’interno della sua prospettiva critica sia all’interno della sua opera letteraria. In particolare prenderemo in considerazione il significato peculiare, non esclusivamente negativo, che in Magris assume il concetto di “crisi” (della ragione, dell’io e, dunque, della modernità). Mostreremo poi come tale concezione venga impiegata con estremo rigore nell’affrontare alcuni temi centrali dell’opera e della poetica dell’autore: il tempo, una memoria che passa attraverso la scrittura, una storia che non si esaurisce nella ricostruzione del passato, ma che impone un’attenzione altissima nei confronti del presente.