La Tesi esamina la difesa della distribuzione di competenze tra Stato centrale e Stati membri o Regioni da interferenze derivanti dal diritto dell’Unione europea, nonchè il concreto atteggiarsi dei rapporti competenziali tra “centro” e “periferia” tanto a livello di diritto interno, quanto a livello internazionale e sovranazionale. La ricerca approfondisce il caso delle delle Regioni italiane e della loro “proiezione” internazionale suggellata dalla normativa costituzionale, legislativa e dalla giurisprudenza costituzionale, individuando strumenti e procedure che consentono a quest’ultime di partecipare tanto alla politica estera statale quanto alle fasi di formazione e recepimento del diritto dell’Unione europea. Lo studio procede ad una disamina del diritto legislativo italiano in tema di partecipazione per poi considerare invece il “lato comunitario” della relazione tra Regioni e Unione europea, in particolare approfondendo le acquisizioni ottenute sul versante delle autonomie territoriali dopo l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona del 2009, mettendo in luce diacronicamente l’evoluzione del regionalismo nei suoi aspetti problematici e poi innovativi. La ricerca si completa infine con una riflessione sulla governance multilivello come prospettiva di lettura delle partecipazione delle autonomie territoriali e dunque delle Regioni al processo di definizione del diritto comunitario quale elemento di valorizzazione del principio democratico, ponendo alcune valutazioni sull’efficienza di questo sistema che intreccia i vari livelli di governo con la dimensione internazionale e sovranazionale, proprio in vista di un rafforzamento futuro tanto strutturale quanto interdisciplinare tra i diversi livelli territoriali, rispondendo perciò a quel “paradigma europeo” che tiene conto della natura stessa dell’Unione.