L’Assemblea Costituente, per la cui elezione i goriziani il 2 giugno 1946 non poterono votare, lavorò nel solco della tradizione centralista italiana. Alla fine, nel dettato costituzionale fu inserita un’autonomia a due velocità, con la previsione di regioni ordinarie ed altre speciali, tra cui un Friuli-Venezia Giulia, i cui confini erano ancora incerti e soprattutto dipendevano da logiche internazionali. Nel 1963, a seguito del ritorno di Trieste alla Madrepatria, entrò in vigore lo statuto di quella che fu opportunamente definita «la meno speciale tra le regioni a statuto speciale», aprendo contemporaneamente la strada all’attuazione del titolo quinto della Costituzione e dando così il via alla formazione istituzionale delle regioni.