Il progetto-manifesto propone la rigenerazione architettonica
e urbana dell’Edificio per Spogliatoi e Mensa
della Fabbrica Macchine di Marcello D’Olivo, in disuso
dal 1971. La rilettura dell’Opera mostra come le
condizioni critiche in cui versa il patrimonio edilizio dismesso
della città di Trieste rivelino un’inedita forma di
‘antifragilità’ dell’oggetto architettonico.
L’edificio è declinato in spazi che si prendono cura e
offrono condivisione, attraverso una strategia di riuso
articolata e flessibile volta a ricucire forti relazioni con
il tessuto urbano. Intrecciando il tema della precarietà
di un’architettura abbandonata, della marginalità che
può essere ospitata al suo interno e le potenzialità del
progetto originario, ancora oggi di grande valore storico,
architettonico e sociale, uno degli spazi considerati
più ‘fragili’ della città diventa luogo per accogliere
le vulnerabilità umane e sociali, riconoscendo nella fragilità
una sfumatura della bellezza in quanto imperfetta
e processuale.