Mettendo all’opera diverse ipotesi e mosse di ricerca progettuale, questo libro tratta di quartieri di edilizia pubblica, nella prospettiva di una loro rigenerazione. Assumendo Trieste come caso studio, si riferisce a porzioni rilevanti della città che, come in molti altri contesti italiani ed europei, sono state realizzate nel corso del Novecento per fornire risposta a una costante e pressante domanda di case, spazi comuni e servizi.
L’opportunità di affrontare questi temi è stata offerta da numerose esperienze didattiche e di ricerca condotte in ambito universitario. Esperienze orientate alla prefigurazione di progetti di trasformazione spaziale, che hanno potuto attingere a un continuo rapporto di collaborazione con gli attori istituzionali e del terzo settore (Azienda sanitaria, recentemente integrata all’Università – Asuits; Azienda territoriale per l’edilizia residenziale – Ater; cooperative sociali) da anni impegnati a Trieste nel programma Habitat Microaree.
Lavorare in questi contesti, attraverso la lente del progetto urbanistico, ha messo in luce una questione ricorrente, cui questo libro dedica specifica attenzione. La questione è quella della mobilità delle persone, tra le case, gli spazi aperti, le attrezzature pubbliche interne ed esterne ai quarteri. Una mobilità resa difficile da una conformazione spaziale e orografica che spesso complica anche spostamenti di entità ridotta, contribuendo a peggiorare le condizioni dell’abitare quotidiano e ad accrescere il senso di perifericità di questi luoghi.