La conoscenza del territorio Alto Adriatico e dei suoi mutevoli confini può essere facilitata anche
dall’analisi diacronica di carte storiche. La lettura della rappresentazione della realtà di cui esse sono portatrici
deve essere fatta alla luce sia della conoscenza del lungo processo di evoluzione culturale e tecnica
della cartografia in generale, sia delle esigenze di informazioni spaziali poste dall’epoca in cui le carte
sono state redatte. In questo senso, il documento cartografico diviene una fonte preziosa per la conoscenza
delle dinamiche territoriali, in particolare se considerato non solo come possibile specchio del
dato reale, bensì come dato costruito, plasmato in modo più o meno consapevole dai valori e dagli
obiettivi propri del suo artefice e del suo committente, all’interno di un determinato quadro storico,
sociale, culturale, politico, economico.
La fisionomia definitiva di questo Catalogo ha visto la scelta di materiali cartografici originali che coprono
un ampio arco temporale, partendo dai documenti di matrice gastaldina e mercatoriana fino a
giungere ai prodotti matematico geodetici curati dai diversi Istituti Militari nati e sviluppatisi a partire dal
XIX secolo. Si tratta di pezzi sciolti, di carte facenti parte di raccolte eterogenee, di atlanti e ancora di
documenti prodotti come apparati cartografici di opere di diversa tipologia, fattura e genere. Questi reperti iconografici assumono particolare significato perché all’importanza che
di consueto si attribuisce loro – appunto perché soddisfano il bisogno di rappresentare in forma piccola
e maneggiabile, e in modo evidente, proporzionale e possibilmente completo, il territorio – si aggiunge
il fatto che essi rappresentano o possono rappresentare nella storia del pensiero e dell’attività umana
un punto di concentrazione e di sintesi, tanto da essere quasi un “monumento” atto a fissare gli stadi di progresso o di regresso nella estrinsecazione di tale pensiero e di tale attività, indicando il percorso della scienza e il progresso delle conoscenze.