Il saggio prende in esame le vicende storico-artistiche e conservative di tre sculture lignee di Cortina d’Ampezzo, praticamente sconosciute agli studiosi perché coperte da secoli da suntuose vesti liturgiche. La più antica ed interessante è la Madonna col Bambino della chiesa di Santa Giuliana di Alverà di scuola pusterese e databile poco dopo la metà del XV secolo (restaurata nel 2005-2006). Segue la Madonna col Bambino della chiesa della difesa (restaurata nel 1991) attribuibile alla cerchia del pittore e intagliatore friulano Pietro da San Vito ed infine la Madonna del Rosario della chiesa parrocchiale, databile verso il 1630 e attribuibile ad un intagliatore bavarese della cosiddetta scuola di Weilheim.