In questo contributo saranno passati in rassegna alcuni casi più o meno noti sia di falsificazione di voci femminili nella letteratura classica, sia del fenomeno opposto: la negazione della authorship femminile di un’opera, da parte dei critici moderni o già degli antichi. Dopo aver riesaminato alcune testimonianze relative ai manuali περὶ ἀφροδισίων e aver svolto qualche riflessione sul nesso tra donne e trattatistica erotica nel mondo greco-romano, lo sguardo si allargherà ad altri generi letterari, con analoga attenzione alle false attribuzioni e al loro opposto. L’obiettivo non è quello di riesaminare l’attendibilità di attribuzioni e disattribuzioni. Per un simile scopo ben altro spazio sarebbe necessario e nessuna generalizzazione sarebbe possibile: ogni caso dovrebbe essere trattato a sé. Ci si propone piuttosto di riflettere sulle dinamiche sottese all’attribuzione e alla negazione della authorship femminile e su ciò che esse rivelano in merito allo spazio intellettuale riconosciuto alla donna nel mondo antico.