Il saggio studia quali opere di Miroslav Krleza sono state tradotte e dove, e l'impressione suscitata nel lettore italiano. Si constata che vi sono state recensioni e traduzioni parziali, mentre mancano le traduzioni integrali delle opere più importanti. Il traduttore Silvio Ferrari ha offerto al lettore italiano il meglio dell'opus di Krleza: "Hrvatski bog Mars", "Povratak Filipa Latinovicza", "Na rubu pameti", "Glembajevi". La traduzione è il fondamento della ricezione della npostra letteratura e in questo contributo ci si prova a chiarire in che modo un'opera di Krleza sia stata tradotta in italiano e conseguentemente a ciò se il suo effetto sul lettore appartenente all'area linguistica italiana sia stato lo stesso avuto sul lettore nella lingua di origine. L'autrice sceglie gli esempi citandoli dall'opera "Povratak Filipa Latinovicza" e conclude che Silvio Ferrari ha creato in lingua italiana un nuovo originale, padroneggiando magistralmente il metodo semantico e comunicativo. Il traduttore si è avvicinato all'originale quanto glielo hanno permesso le strutture sintattiche della lingua italiana, ed anche l'effetto sul lettore della traduzione è certamente molto vicino a quello avuto sul lettore in lingua originale. Krleza, come anche gli altri letterati croati tradotti in italiano, è ancora in attesa del posto che gli spetta e di una vera ricezione.