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Occupazione, innovazione e cambiamento tecnologico

Chies, Laura
2024
  • Controlled Vocabulary...

Abstract
Il mercato del lavoro europeo ed italiano appare ancora affetto dai problemi generati dai differenziali di genere e soprattutto da segregazione nelle professioni e nei settori economici, tanto più se caratterizzati da elevate innovazioni tecnologiche e della conoscenza (European Commission, 2023). I differenziali si originano non solo a causa di percorsi di studio e formazione sbilanciati verso le materie socioumanistiche per le donne e tecnico-scientifiche per gli uomini, come emerge dalle analisi sui percorsi d’istruzione nel tempo in questo contributo, ma anche ove la formazione sia simile, è il mercato del lavoro a selezionare preferibilmente il genere maschile. Una soluzione potrebbe essere rappresentata dall’innovazione tecnologica a maggiore contenuto digitale, in grado di velocizzare le traiettorie della parità di genere nel mercato del lavoro italiano ed europeo. L’analisi empirica presente in letteratura evidenzia, tuttavia, una correlazione positiva tra propensione all’innovazione e occupazione solo per i maschi. Questo aspetto potrebbe essere legato ai tipi di contratto di lavoro, molto più discontinui e caratterizzati da elevate quote di part-time, dal peso del lavoro di cura e dal tipo di capitale umano accumulato dalle donne (Fortin, 2005). Questo contributo si concentra sull’ultimo aspetto, indagando il legame tra percorso di studio, formazione e lavoro delle donne e struttura del modello STI (Scienza, Tecnologia e Innovazione), che spiega lo sviluppo e la crescita dei settori innovativi, spesso non inclusivi nei confronti delle donne (Frey and Osborne, 2017). L’adozione di un modello di analisi diverso (Alsos et al. 2013), che tenga conto di dimensioni e ambiti di innovazione non prettamente tecnologici, così come strumenti cognitivi più adatti alle capacità di innovare delle donne, insieme a istituzioni più aperte al finanziamento e alla regolazione di innovazioni in ambiti più ampi, che comprendano i settori sanitari, della pubblica amministrazione o delle biotecnologie, potrebbero essere soluzioni coerenti per il riequilibrio di genere nel mercato del lavoro. Il contributo si chiude con un’analisi delle mansioni femminili ad elevato contenuto di routine, facilmente sostituibili nell’attuale fase della rivoluzione tecnologica qualificata dall’intelligenza artificiale, che necessitano ancora di più di ri-orientamenti formativi e di opportune politiche di genere.
Archivio
https://fvg.alb-1.adb.units.it/handle/123456789/455209
Soggetti
  • gender gap

  • innovazione

  • qualifiche profession...

  • routinizzazione

  • gender gap

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