Al centro del saggio sono gli ordini religiosi maschili dell'Italia cinquecentesca, in particolare i nuovi ordini nati sulla scia del movimento dell'osservanza e i chierici regolari (gesuiti, teatini, barnabiti), veri e propri microcosmi economici, politici e culturali. A partire da alcune considerazioni storiografiche (la fine della pregiudiziale anticlericale di tanta letteratura italiana sull'argomento) l'indagine intende dimostrare il forte legame dei regolari con le corti secolari, dove svolsero ruoli di primo piano come confessori, teologi, trattatisti esperti di politica, organizzatori di istituzioni educative. Particolare attenzione è dedicata all'originalità dell'ordine gesuitico, alle sue novità organizzative, ai conflitti che fin dal suo sorgere lo contrapposero ai vecchi ordini (domenicani in particolare) e a pontefici (con carriera "regolare" e/o nell'Inquisizione) come Paolo IV, Pio V, Sisto V, Clemente VIII.