L’obiettivo del saggio è quello di mostrare come il pensiero medievale, e in particolare il pensiero tomista, sia un riferimento ancora pienamente valido per affrontare una serie di interrogativi relativi al rapporto fra diritto e estetica, tra cui in particolare quello relativo ai limiti entro i quali è legittimo valutare giuridicamente o moralmente la bellezza, i suoi contenuti e le sue forme espressive. Da un lato il riferimento al pensiero tomista consente di mostrare che il problema del rapporto fra etica, diritto ed estetica non è un problema moderno, legato ai successi e agli eccessi della cancel culture o alle necessità delle società multietniche e pluraliste. Dall’altro lato l’orientamento all’ordine dell’argomentazione e all’analisi razionale, e tratto eminente del pensiero tomista, si rivela utilissimo per la discussione di questo tema. Il confronto col pensiero medievale mostra come sia possibile, a partire da esso, elaborare risposte ad alcune questioni che animano il dibattito contemporaneo.