L'unica versione in lingua italiana del trattato dionisiano <em>La composizione stilistica</em> antecedente alla presente si deve a Niccolò Tommaseo, che l'aveva peraltro condotta sulla versione francese del Batteux, e risale al 1827. Un diffuso quanto iniquo pregiudizio nei confronti di Dionigi, autore sul quale il Wilamowitz e il Norden avevano emesso una sprezzante condanna, e che per giunta si rivelava di ardua resa in altra lingua per i moltissimi esempi tratti dal greco, coinvolgeva, accomunandoli nella medesima scarsa considerazione, i suoi scritti di retorica. Solo in questi ultimi anni, grazie all'edizione francese di Germaine Aujac e, in Italia, agli studi di Bruno Gentili e di Luigi Enrico Rossi, quest'opera dionisiana è stata rivalutata per quello che è: il più importante studio di poetica postclassico, in grado di reggere il confronto con il quasi coevo trattato <em>Sul Sublime</em>. Il testo, crocevia di molteplici discipline (filosofia, critica militante, musicologia, metrica, ritmica, storia della letteratura) è qui edito nella traduzione di Francesco Donadi, con il ricco commento analitico (il primo di questa estensione) a cura di Antonia Marchiori, alla quale si deve anche un prezioso glossario.