Il saggio affronta la questione del genere nelle professioni sociali in relazione ai processi di legittimazione professionale che hanno caratterizzato il progresso tecnico-scientifico nell'arco di un secolo a partire dalla fine dell'ottocento. Se ne mostrano alcune caratterizzazioni nella divisione del lavoro, con rifermento agli stereotipi di competenza maschie e femminile, relegando alle donne la funzione di accudimento e di cura delle persone in ambito domestico. Si osserva la bipartizione tra lavoro esterno, con funzione regolativa pubblica, di prestigio e di potere, guidato da principi di razionalità impersonale e distacco, prevalentemente assegnato agli uomini, mentre il lavoro interno alle case, di funzione riproduttiva, di cura e di assistenza, guidato da principi di emotività, affettività, prossimità fisica, di minore prestigio assegnato alle donne. Tale prospettiva si riproduce anche quando il lavoro di assistenza e cura si propone in chiave professionale, sia nella delezione elettiva di donne in tale attività, sia nel relativo deprezzamento di status rispetto ad altre professioni.