«Mandalo incontinente a pigliare et fagli dare quattro tracti di corda». Qualche osservazione sui rapporti tra i duchi e l’amministrazione estense nel tardo Quattrocento, a partire dal Caleffini
Nel XV secolo i funzionari impegnati nell’amministrazione dello Stato estense erano numerose decine: già nel 1456 i soli impiegati nella Camera Ducale erano più di trenta, ma erano destinati ad aumentare significativamente. È stato già notato che, per quanto le informazioni lacunose consentano di sapere, all’interno della Corte gli ufficiali erano di preferenza cittadini ferraresi, spesso dotati di formazione giuridica, e mantenevano i propri incarichi all’interno della famiglia, di padre in figlio o di fratello in fratello. Non è stato però mai tentato uno studio della corposa documentazione amministrativa, in primo luogo dei carteggi, con l’obiettivo di mettere in luce le dinamiche tra gli Este e i loro sudditi collaboratori. I tempi e i modi della retribuzione degli ufficiali, le concessioni di incarichi o gli allontanamenti da essi, gli abusi nel richiedere oltre il dovuto o, al contrario, l’incapacità di ottenere i legittimi pagamenti delle gabelle, sono tutti elementi che possono concorrere a una conoscenza meno superficiale dello Stato estense nella tarda età medievale: delle strategie di controllo e di fidelizzazione come delle dimensioni e caratteristiche delle reti clientelari. Il contributo propone brani da numerose lettere scritte da Borso e Ercole ai loro ufficiali, o viceversa, allo scopo di sollecitare la ricerca.