Lo spettro di un paradosso si aggira nella Galassia Lumière, attraversando tenacemente i sette lemmi chiave (rilocazione, reliquie e icone, assemblage, espansione, ipertopia, display, performance) che scandiscono la struttura interna dell’ultimo libro di Francesco Casetti: come può mantenersi un’identità nel cambiamento? Come può il cinema pur deformandosi nel corso del tempo rimanere sempre lo stesso? Da questo paradossale interrogativo, che innerva il volume dal principio alla fine, sorge spontaneamente un’altra questione cruciale: di quale identità stiamo parlando? Già dalle prime pagine del libro, emerge con chiarezza che l’identità a cui Casetti fa riferimento non è un’identità che mantiene il sé nella medesimezza (idem) dei propri caratteri sostanziali, ma è un’identità ipse che permane attraverso il tempo e si deforma costantemente a contatto con l’altro da sé.