Martyn Petrovič Charlov, proprietario terriero che vive nella Russia più remota, è un patriarca d’altri tempi, un personaggio profondamente russo, ma l’autore gli dà il nome dell’eroe di Shakespeare. Nell’articolo si intende analizzare, nel mondo di Charlov, la dinamica delle relazioni tra ciò che è tradizionalmente russo (svoe), la sua visione del mondo, i suoi costumi, e ciò che è nuovo (čužoe) rappresentato dalle figlie e da Sletkin. Si esamineranno poi i rapporti tra “proprio” e “altrui” impliciti anche nel titolo stesso del racconto.