Questo contributo ispirandosi alle pagine del Dietari, del Diario, che Gimferrer dedica a Quevedo mira a definire come e quanto la parola, nella "partecipe modernità" come nella cinica postmodernità, ha il potere di definre la materia tutta, sia quando la parola, il Logos, trasfigura il soggetto sia quando lo traveste di osceno erotismo. Ingegno artistico e corpo s'incontrano nella materialità più bassa, nell'irridente scatologia che è segno e senso dell'uomo che vive il tempo delle grandi crisi.