Il contributo si propone di evidenziare come i titoli dei codici Teodosiano e Giustiniano dedicati alla breccia di una tomba, pur recando lo stesso nome della classica actio sepulchri violati, sancissero comportamenti parzialmente diversi, come la demolizione di edifici funerari per estrarre costruzioni di riutilizzo materiali. Tuttavia, una continuità con le forme di repressione dei secoli precedenti può essere ritrovata nelle disposizioni che vietavano il dissotterramento dei cadaveri, soprattutto per l'estrazione delle reliquie: un caso interessante di rilettura di un'antica regola alla luce delle nuove forme di religiosità conseguenti alla cristianizzazione dell'impero.