Subito dopo la Seconda guerra mondiale l’UNESCO aveva invitato gli Stati aderenti a promuovere commissioni miste internazionali di storici per affrontare insieme i nodi conflittuali del passato. Ma è stata solo la fine della Guerra Fredda a imprime¬re una decisa accelerazione a tale impostazione degli studi. Un siffatto indirizzo metodologico e storiografico è venuto affermandosi su larga scala anche in Italia: l’Istituto storico italo-germanico in Trento è riuscito a superare le antistoriche barriere esistenti, riscoprendo, e rivalutando, l’eredità d’un inestimabile patrimonio comune “mit¬teleuropeo”. Queste sommarie note su quanto si va facendo per una storia condivisa su quello che era il nostro confine orientale servono da introduzione al progetto av¬viato due anni orsono dal Centro interdipartimentale di ricerca sulla pace “Ire¬ne” dell’Università degli Studi di Udine, che prevede la collaborazione di altri atenei per la stesura d’una guida comune transfrontaliera per insegnanti delle scuole secondarie superiori sulla storia contemporanea dell’area alto-adriatica dal 1848 al 2007 .