L’intervento ricostruisce i rapporti intercorsi tra Marcello Piacentini e Luigi Angelini, iniziati con le vicende del concorso del 1906 per la sistemazione della zona della ex Fiera a Bergamo e poi proseguiti nel corso dei decenni successivi. Attraverso l’analisi delle loro relazioni personali e professionali si esaminano alcune dinamiche di potere messe in campo da Piacentini.
Assieme ai disegni e alle architetture del nuovo centro prende forma il rapporto tra i due, sempre ben distinto gerarchicamente a favore del romano. Inizialmente strumentale, alimentato dalle contorte vicende del concorso, il legame si viene rafforzando negli anni. Punti di distanza sono la distinta sensibilità nel rispetto della città antica; la diversa appartenenza partitica e soprattutto il diverso uso della politica, del tutto spregiudicato nel più celebre architetto.