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Foca, Marziale e la poetica della epitome: la prefazione alla "Ars de nomine et uerbo" (con un saggio di commento)

Mondin, Luca
2008
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Abstract
L’epigramma di sei distici elegiaci che precede la praefatio in prosa all’Ars de nomine et verbo del grammatico Foca (V sec. d.C.?) costituisce, se non proprio un unicum, un caso isolato di prefazione poetica a un’opera latina in prosa. Foca vi afferma orgogliosamente il carattere di novità che, a fronte di un contenuto quanto mai tradizionale, contraddistingue il suo trattato, mantenuto in sapiente equilibrio tra la completezza dell’informazione e l’economia propria di un compendio. All’interno del dettato, complessivamente alieno dalla formularità e dalla tecnica ‘combinatoria’ mediamente tipiche della versificazione tardoantica, si coglie la presenza dominante del modello di Marziale, accortamente attinto in alcuni momenti programmatici (I 2, II 1 e XIII 1) per sostenere con una voce esemplare l’epigramma proemiale, inteso a vantare l’originalità e lo statuto strategicamente ‘breve’ dell’Ars di Foca. Se nella trattatistica grammaticale, tutta sacrificata alla natura tecnica del testo, la prefazione rappresenta di per sé un breve spazio riservato alla ‘Selbstdarstellung’ e al bello stile, la inusitata formula prosimetrica adottata da Foca guadagna all’autore un più ampio margine di letterarietà. L’epigramma liminare, inteso in primis ad elevare il tenore artistico del testo, al di là dell’evidente scopo decorativo assurge, anche grazie al contributo allusivo di Marziale, al livello metaletterario di una vera e propria poetica, che riscatta la scrittura compendiaria dal rango subalterno di ‘palinsesto’ attribuendole una propria originalità e, in nome dell’utilitas, una sua autonoma dignità, tale da esporla al plauso dei diserti così come al morso immancabile dell’invidia. The epigram which precedes the praefatio in prose to the Ars de nomine et uerbo of the grammarian Phocas (V century A.D. ?) is an isolated case of a poetic preface to a Latin work in prose. In this preface Phocas asserts the novelty of his work, in which the traditional subject is whole discussed but in a synthetic way. The model of the verses is Martial (I 2, II1 and XIII 1), to sustain with an authoritative voice the initial epigram and boast the originality of the work's breuitas. This initial epigram, if from a side it artistically raises the text, from the other it contains a real manifest of Phocas's poetics.
Archivio
http://hdl.handle.net/10077/2841
Diritti
open access
Soggetti
  • Foca

  • tardo-antichità

  • proemio

  • Marziale

  • Phoca

  • late-antiquity

  • prologue

  • Martial

Visualizzazioni
7
Data di acquisizione
Apr 19, 2024
Vedi dettagli
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