Il merito principale della nuova monografia di Salvatore Amato è quello d’aver illustrato spregiudicatamente le condizioni alle quali è oggi possibile costruire un vero e proprio dialogo sulle domande di fine vita. La risposta adeguata alla singola domanda di cura che ogni vita sofferente manifesta viene ravvisata nella prassi dell’alleanza
terapeutica. Lo scritto sottolinea infatti l’importanza
di non tracciare mai, dinanzi alla vita morente, una rigida linea di demarcazione tra il bene e il male, per mettersi, al contrario, in ascolto del paziente. Stimolata ma non condizionata dall’urgenza con cui oggi si cercano
risposte di fronte alla vita che finisce o che, attaccata ad un macchinario, sembra non finire mai, l’opera discute
alcune idee fondamentali del dibattito biogiuridico e approfondisce, supportata da una ricca casistica giurisprudenziale,
i principali temi su cui le odierne dottrine pro-choice e pro-life oggi si scontrano.