Questo undicesimo Quaderno di “Scrivere le immagini” si presenta con una doppia valenza, cronologica e (speriamo) originale. La prima, perché, insieme alle altre sue sezioni e inziative, si affianca all’edizione numero quindici del Premio, un traguardo provvisorio di medio termine in attesa di celebrare il suo raddoppio, ma di rilievo e moderata soddisfazione culturale. La seconda rilevanza consiste in alcune caratteristiche contenute nel volume, articolato nelle seguenti parti: i testi, Sceneggiature per lungo e cortometraggio, Soggetti, Dolly (sceneggiature disegnate), Il Premio d’Artista Mattador (uno sguardo sull’arte), Mattador Series (progetti di serie tv), Corto86 (cortometraggi prodotti), Archivio critico. La consueta Appendice aggiornata con le novità dell’anno completa la pubblicazione realizzata, anche per questo volume, con l’insostituibile collaborazione delle Edizioni dell’Università di Trieste (EUT). Per quanto riguarda i materiali prescelti per questo undicesimo quaderno, riportiamo in apertura alcuni lavori vincitori del Premio Mattador in anni diversi. Uniti idealmente dal tema della memoria anche se con “filosofie” differenti, i due lavori sono la sceneggiatura per lungometraggio “Matteo Brembani, impiegato della memoria” della giovane milanese Costanza Bongiorni, e la sceneggiatura per cortometraggio, “Sulla sabbia” di Enrico Maria Riccobene. Una seconda sceneggiatura, ancora per “corto”, è “La serata perfetta” del catanese Daniele Napoli Per quanto si riferisce alla sezione Soggetti, la selezione di “Prognosi riservata” e di “Tutto si trasforma”, evidenzia una interessante scrittura al plurale; infatti, entrambi sono il frutto del lavoro, rispettivamente, di Francesco Logrippo e Giorgio Maria Nicolai Mastrofrancesco e di Giulia Betti e Mattia Gradali. Valentina Perrone disegna le sue tavole per Dolly con una sceneggiatura lineare, essenziale, “Punti di vista”,che si è avvalsa successivamente del lavoro di tutoraggio svolto con l’ausilio del concept designer Daniele Auber le cui riflessioni, che riportiamo in questo Quaderno, sulla sceneggiatura disegnata e sulle problematiche connesse all’incombente IA sottolineano il tratto distintivo di una forma di sceneggiatura con la quale risulta decisivo lo show don’t tell, cioè mostrare e non raccontare. Una sezione, Dolly, unica nel suo genere in Italia, evidenzia che l’intuizione di Mattador per un’opzione visiva nella scrittura per il cinema, risulta vincente.