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Opzioni

I prezzi negativi nella governance del territorio: focus sulle infrastrutture

CHANG, Ting Fa Margherita
•
ISEPPI, Luca
•
PICCININI, Livio Clemente
2008
  • book part

Abstract
In questo lavoro vengono utilizzati dei riferimenti teorici e degli strumenti metodologici altamente innovativi, come i concetti di prezzi negativi e di ritorno delle tecniche e la messa a punto di indicatori diretti e indiretti di sostegno/imposizione fiscale. Lo scopo è quello di sottoporre a verifica quanto segue: a) la possibile formazione di prezzi negativi nel sistema economico sia a livello micro (azienda) sia a livello macro (settori e comparti) anche a conferma di alcuni risultati emergenti dalla risoluzione del sistema del modello di Walras; b) i settori o comparti in cui si ha la preminenza dell’incentivazione tramite contributi o dell’imposizione fiscale indiretta; c) il confronto tra prezzi base e prezzi di mercato e l’importanza dei prezzi edonici; d) il ritorno delle tecniche in campo infrastrutturale come esempio paradigmatico di una ricorrenza generalizzata in tutto il sistema economico specialmente nell’era del post-industriale. Si è anche messo a punto un modello originale di opzione tra tratte viarie alternative. La ricerca ha investito tutto il sistema economico e ha teso a distinguere le performance sull’ambiente e sul territorio della governance e del mercato ponendo il focus sulle infrastrutture. Dall’analisi svolta è stato riscontrato che i prezzi negativi in economia, lungi da essere un non sense, sono presenti spesso in ambito sia aziendale sia in quello settoriale. A livello microeconomico le aziende mirano a una massimizzazione del profitto o di altri obiettivi collegati in un periodo medio nel corso del quale si ingenerano prezzi negativi e perdite. A livello macroeconomico, i settori o comparti vengono incentivati o disincentivati dalla governance tramite i cosiddetti prezzi base che danno luogo a prezzi edonici negativi o positivi per l’operatore pubblico o privato rispettivamente. Le attività sostenute tramite i contributi o scoraggiate attraverso le imposte hanno un impatto paesistico-ambientale sul territorio. Non è dato sapere se certi assetti territoriali siano da attribuire più all’azione dello “stato” o del mercato. Né, del resto, il sistema di giudizi di valore rappresentativo di una certa comunità è stabile nel tempo. Particolare interesse ha assunto il caso studio nel rappresentare come infrastrutture oramai considerate obsolete possano dare dei rendimenti considerevoli oltre che a servire da valvola di salvaguardia di un sistema viario “eccessivamente pianificato”. Ciò la dice lunga circa la capacità del capitale umano tradizionale di reagire e di adattarsi alle situazioni più complesse ed articolate insite in un sistema stradale modernistico e globalizzante. Il pattern di sviluppo di riferimento è stato perciò, in questo caso, quello dell’immissione di attività endogene in contesti già modernizzati in cui la concorrenza con infrastrutture up-to-date avrebbe sicuramente escluso, almeno sulla carta, qualsiasi possibilità di successo in termini di redditività.
Archivio
http://hdl.handle.net/11390/877770
Diritti
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