Il contributo rivede un nozione che ha avuto molta fortuna nel dibattito, specie anglosassone, sulla traduzione, ossia l’“invisibilità” del traduttore segnalata dal traduttore e studioso statunitense Lawrence Venuti. Il contributo illustra alcune tendenze del mercato dei prodotti editoriali che puntano a una riscoperta della specificità dell’attività traduttiva da parte del grande pubblico di fruitori di opere editoriali e audiovisive, specie in quei mercati – come quelli di lingue inglese – dalla cui analisi era partito Venuti per caratterizzare il traduttore come operatore culturale “invisibile”.