L’autore introduce il tema dell’articolo evidenziando le trasformazioni dell’ambiente per effetto dell’intervento dell’uomo con le sue idee di produzione di merci, di benessere e di ricchezza e delle tecnologie che progressivamente prendono il sopravvento sui processi naturali dell’ambiente. A partire dagli anni quaranta del Novecento la crisi dei rapporti fra l’uomo e la biosfera si è fatta ancora più grave a causa del rapido aumento della popolazione mondiale e per l’estendersi del processo di industrializzazione ai paesi fin allora rimasti esclusi da tale processo. L’autore passa poi ad osservare come si operi un uso indiscriminato delle tecnologie senza rendersi conto che affrontare le relative conseguenze negative implica il superamento di almeno cinque trappole. Anzitutto la trappola dell’agricoltura per l’uso di fertilizzanti, antiparassitari, prodotti chimici. Poi la trappola dell’energia per la non rinnovabilità di alcune di tali energie e l’inquinamento dell’ambiente. In terzo luogo la trappola dell’acqua sprecata e inquinata, poi la trappola della città, e infine la trappola degli armamenti. L’articolo è concluso con la valutazione del “cosa fare” più in generale e a livello delle politiche sociali: anzitutto l’autore richiama la politica di gestione delle risorse e la realizzazione di una tecnologia sociale appropriata, con la creazione di istituzioni per la tutela dell’ambiente (dei Dipartimenti) e la formazione dell’opinione pubblica attraverso l’educazione e la divulgazione delle informazioni utili, non solo per i prossimi decenni, ma anche per i prossimi secoli.