Le ripetute scosse sismiche che dal 24 agosto 2016 al 18 gennaio 2017 hanno colpito numerose
costruzioni ed agglomerati urbani del Centro-Italia sono state per essi un’ennesima prova della loro
vulnerabilità sismica. Ciò è valso anche per alcuni edifici pre-normativi che erano già stati sottoposti ad
interventi di adeguamento per dissipazione supplementare di energia. La tecnica utilizzata non si è sempre
rivelata rispondente alle attese di accrescimento di prestazione previste in fase di progetto, ribadendo
l’importanza della scelta della tipologia di dispositivo da utilizzare a tal fine.
Tenendo conto di ciò, nella memoria viene proposto lo studio dell’efficacia dell’impiego di un sistema
di dissipazione supplementare di energia, realizzato mediante dispositivi preminentemente dissipativi
fluido-viscosi a matrice siliconica, per l’adeguamento di un edificio ad uso scolastico, danneggiato dal
sisma del 30 ottobre 2016. Sito nel Comune di Norcia, esso risultava dotato di controventi dissipativi di
tipo “BRAD” la cui attivazione si è però verificata solo dopo un significativo danneggiamento delle
tamponature presenti. La procedura utilizzata per il dimensionamento del sistema alternativo di
protezione sismica è basata su un metodo speditivo (Terenzi 2018) che, partendo da valutazioni di tipo
energetico, ne prevede l’attivazione anche per terremoti di relativamente bassa intensità. Le analisi
condotte forniscono una conferma di come, per edifici con bassi periodi di vibrazione traslazionali nella
configurazione originaria, il solo accrescimento dello smorzamento produca una miglior prestazione
rispetto al caso di consistente incremento congiunto di rigidezza e dissipazione.