Oggetto di questo intervento sono i moti studenteschi dell’11-12 gennaio 1821, di cui la storiografia più recente ha ridimensionato la valenza politica come “preambolo della rivoluzione”, ricostruendo con accuratezza sia i fatti accaduti sia la loro amplificazione e trasfigurazione. La prima parte, di Paola Novaria, si focalizza su un corpus di poesie d’occasione, scritte all'indomani della sommossa e della sua violenta repressione; la seconda, di Marco Testa, è dedicata alla ricostruzione della travagliata e lunga gestazione, dal 1883 al 1904, del progetto di una lapide promossa dagli studenti stessi al fine di commemorare e soprattutto rileggere l'insurrezione come scintilla dei moti risorgimentali. In particolare, l'attenzione è focalizzata sul parere che dell'epigrafe, dettata da Giovanni Bovio, diede Arturo Graf.