In Italia non c’è una conoscenza adeguata della realtà di un territorio - la Venezia Giulia, l’Istria e giù, fino alla Dalmazia - che ha conosciuto i drammi della storia, come l’esodo istriano e le ripercussioni che quel fenomeno ha avuto sul destino degli italiani “rimasti”. Sia esuli che rimasti hanno dato vita nel tempo ad una vivace attività editoriale, che però, analogamente a quanto accade per la stampa italiana all’estero, ha un bacino di utenza limitato agli addetti ai lavori. Sono le impietose leggi di mercato ad imporre una nuova strategia della comunicazione, che sia in grado di trasferire la memoria adeguandola ai tempi. Si tratta di lavorare assieme - esuli e rimasti - per farsi interpreti di un’alternativa culturale e renderla, se possibile, strumento di sviluppo economico.Il primo passo da compiere riguarda la formazione dei futuri operatori della comunicazione su queste materie. In un’operazione di questo tipo determinante è il supporto della tecnologia e delle istituzioni.