L’articolo rivela la cospicua consistenza archivistica dei libri di conto delle pievi e parrocchie friulane nel tardo medioevo. Essi vengono interpretati alla luce di una più ampia documentazione amministrativa, che va dagli obituari (catapan), ai rotoli dei censi e degli affitti, ai verbali processuali o di visite pastorali. Tali documenti permettono di gettare uno sguardo sulla quotidianità di molte comunità parrocchiali, ma lasciano anche intuire una peculiarità delle chiese secolari friulane, nelle quali la presenza attiva dei laici risultava fondamentale, sia per la gestione del patrimonio, sia come sostegno alle attività liturgico-commemorative e assistenziali.