Simbolo della necessità della fuga ma anche della sua
impossibilità concreta e quindi di una ribellione solo
pensata, i personaggi di Dubliners sono spesso stati
definiti esclusivamente dalla loro staticità. Ma mentre
appare senz’altro vero che è la paralisi di Dublino a costituire
uno dei tratti dominanti, oltre che più evidenti,
dell’ambientazione delle storie, una messa a fuoco
più esclusiva della competenza dei personaggi - intesa
come il volere, potere, sapere, essenziali affinché il
personaggio possa attuare la sua performance, il suo/fare/ - rivela invece una rigorosa dinamica trasformazionale,
almeno per quanto riguarda una metà dei
racconti che si possono considerare quindi come un
corpus omogeneo e di cui si propone qui un campione
sottoponendolo ad analisi.