Obiettivo di questo contributo, che rientra in una serie di lavori sul tema dell’analisi del metalinguaggio della linguistica, è quello di analizzare e delimitare la nozione propria di acronimo che rientra nel complesso quadro tassonomico e terminologico legato ai processi di abbreviazione; nelle pratiche comunicative attuali l’acronimo è, inoltre, una risorsa produttiva in sede di creazione lessicale non solo nelle lingue speciali ma anche nell’uso comune. Tra i risultati del processo di abbreviazione rientrano, oltre agli acronimi, le sigle, gli accorciamenti più drastici (clipping) i quali, a loro volta, si prestano a fungere da punto di partenza della formazione del cosiddetto blend, altrimenti denominato nel metalinguaggio italiano portmanteau (word), mot-valise, parola-valigia, parola-macedonia e incrocio. Ho proposto pertanto dapprima una ricognizione delle pratiche terminologiche che investono l’uso di “acronimo” per valutare la difficoltà e, per certi aspetti, la vaghezza della delimitazione rispetto da una parte alla sigla e dall’altra al blend, con l’obiettivo ultimo di verificare se possa esistere una ragionevole convenzione metalinguistica sullo statuto di tale tipo terminologico. Il risultato raggiunto è che del termine “acronimo” esiste un'accezione ristretta che ne fa una tipologia di abbreviazione distinta dalla “sigla” con cui condivide certamente uno spazio semantico. L’analisi si è estesa dallo studio dello statuto del tecnicismo nel metalinguaggio della linguistica italiana, attraverso l’analisi del suo recepimento nei repertori italiani della linguistica, allo studio della diffusione della voce nei repertori di matrice anglofona dove acronym entra in un ampio settore in cui trovano collocazione i tipi terminologici shortening, abbreviation, initialism.