Lo studio si prefigge di ricostruire i percorsi e le modalità con cui gli intellettuali e gli scrittori italiani hanno interpretato e raccontato il processo di costruzione dell’identità nazionale, nel periodo compreso tra la prima rivoluzione nazionale e la vigilia della I guerra mondiale. Seguendo la più recente e innovativa storiografia che dà del Risorgimento un’interpretazione culturale anche sulla base della sua trasmissione artistica e letteraria, la studio segue l’evolversi del genere letterario del romanzo, da autobiografico a storico, da storico-contemporaneo a realista, da realista a decadente, attraverso l’imprescindibile legame con l’evolversi degli eventi storici e sociali che accompagnano l’unificazione nazionale. L’opzione di genere come prospettiva privilegiata è giustificata dalla sua progressiva identificazione da parte degli intellettuali quale strumento maggiormente adeguato a quel lavoro di ricognizione critica e geograficamente e storicamente articolata del Risorgimento che era stata esclusa dall’innografia oleografica corrente. La monografia si articola in tre capitoli che ripercorrono a ritroso la storia e la letteratura del Risorgimento dal bilancio che ne fa Pirandello nel romanzo I vecchi e i giovani insieme ad alcuni grandi romanzi degli anni novanta dell’Ottocento, quindi degli anni ottanta, aperti da I Malavoglia, e settanta, sino, infine, all’elaborazione della mitografia rivoluzionaria e libertaria degli anni quaranta e cinquanta. Il procedere a ritroso, che consente al lettore di seguire i dibattiti e le voci al di là della rigida scansione cronologica, è funzionale infine a cogliere la natura postuma del romanzo che nasce e si consolida sulla base dell’urgenza di conferire agli eventi storici un orizzonte di senso meta-storico e intergenerazionale.