Imponendo l’equilibrio fra i generi nella designazione delle cariche sociali, la legge n. 120 del 12 luglio
2011 traina nella dimensione societaria interessi extrasociali, alla valorizzazione e tutela di principi quali parità e
solidarietà. Il medesimo intervento normativo si giustifica, però, al contempo anche sul piano più strettamente
economico, per i vantaggi che la presenza femminile negli organi di governo e controllo può portare in termini di
efficienza e performance per la singola società e, sul piano macroeconomico, per l’ordine sociale e di mercato. La
prospettiva prescelta per la riflessione è per l’appunto unire in un circolo virtuoso la promozione dell’interesse della
singola società con quello degli interessi, anche di eguaglianza nelle opportunità, che gravitano intorno a essa,
ponendo in evidenza come l’attenzione alla parità fra i generi, se accompagnata da criteri di selezione meritocratici,
possa giovare all’efficienza di impresa, accrescendo quest’ultima congiuntamente ai valori di giustizia sociale.