Causa di ansia e paure, il rapporto dell’uomo con la morte è sempre stato complesso. Se, da un lato, la pratica funeraria è un atto sociale universale, dall'altro, i luoghi di sepoltura sono il vano tentativo di sfuggire al consumo biologico del corpo con lo scopo di prolungare la presenza umana nel tempo. I cimiteri, spazi eterotopici che uniscono e separano la città dei vivi da quella dei morti, da luoghi di sofferenza, rassegnazione e rabbia per l’irreversibilità della morte, si sono evoluti in luoghi di conservazione della memoria storica, culturale e architettonica, in luoghi aperti al pubblico per attività di tipo ricreativo e in mete turistiche, in una prospettiva non solo commemorativa dei cari, ma anche di salvaguardia del paesaggio.