Il contributo analizza le trasformazioni subite dai templi forensi dei centri indigeni e delle colonie e la loro eventuale trasformazione in capitolia nell’Italia nord-orientale. Le soluzioni si presentano molto diversificate nel contesto cisalpino al punto da rendere di estremo interesse valutare ogni singolo contesto dal punto di vista urbanistico, architettonico e cultuale. In alcuni casi si produce, infatti, una sorta di sovrapposizione tra il culto poliadico e quello capitolino, mentre in altri si opera una netta separazione tra questi. In altri contesti, laddove l’indentità indigena si presenta marcata, il tempio forense non si trasforma affatto in capitolium. Una rapida analisi ‘campione’ di alcuni centri cisalpini dimostra come sia complesso individuare un modello unitario per questo fenomeno.