Il contributo analizza il tema della tortura in Waiting for The Barbarians (Aspettando i Barbari) in relazione alla complessa e fondamentale verità del corpo nell'opera dell'autore sudafricano. L'analisi parte dalla considerazione del fatto che il romanzo affronta anche il problema, insieme estetico e morale, di come rappresentare la persona del torturatore e l’esperienza della tortura attraverso una focalizzazione narrativa che si sposta, almeno in parte, sulla psiche e il corpo stesso del torturatore. Viene inoltre indagato il motivo della connotazione ‘grafica’ della tortura, che richiama l’idea foucaultiana del corpo come «superficie di iscrizione degli avvenimenti» e luogo di disgregazione, e nel legame intertestuale con il racconto di Kafka "Nella Colonia Penale". La qualità segnica della violenza è inoltre considerata anche nella riflessione sulla narrazione della tortura come testimonianza, in relazione alla distopia totalitarista e al concetto agambeniano di stato di eccezione.